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Claudio Gerbino,
Le madri lasciano segni indelebili.
Edizioni KOINÈ
- Centro Interdisciplinare di Psicologia e Scienze
dell’Educazione®, ISBN 978-88-87771-49-7 pp.
236 - € 20,00.
Le madri: molto è stato scritto sul
rapporto madre-figlio, sull’importanza della figura
materna nella vita del bambino, sui danni provocati
dalle carenze materne, eccetera.
Ma spesso dimentichiamo che una madre, prima di
diventare tale, è stata una bambina figlia di un’altra
madre. Potremmo ritornare all’indietro all’infinito alla
ricerca di motivi e cause che condizionano il
comportamento e l’atteggiamento di una madre verso il
proprio figlio. Gli studi e l’esperienza clinica ci
dicono che molte delle donne che diventano madri non
hanno raggiunto una maturità personale e non hanno
un’identità di genere prima di avventurarsi
nell’esperienza della maternità: donne non realizzate e
insoddisfatte che diventano madri inadeguate. Da Melanie
Klein in poi conosciamo la definizione di “madre buona -
madre cattiva”. L’autore invita a ridefinire le madri
sulla base dei limiti imposti dalla loro umanità, e del
contesto in cui avviene il concepimento di un figlio:
donne non realizzate che diventano madri inadeguate. I
condizionamenti culturali imposti dalla società in cui
viviamo impediscono la realizzazione di un’identità che
non corrisponde al ruolo: se non sei madre non sei
niente. I dati di alcune ricerche sperimentali ci
aiutano a superare il condizionamento culturale. Una
prospettiva che può avere dei risvolti positivi anche
nella psicoterapia delle madri e dei figli.
Psicoanalisi, antropologia, storia e clinica per capire
un po’ di più le madri.
I segni lasciati dalla madre sul figlio da ferite
dolorose possono diventare cicatrici che ci ricordano i
limiti di una donna che, nonostante tutto, ha accettato
di far nascere il proprio bambino. È il destino di ogni
essere umano; questo può agevolare la trasformazione
della rabbia e dell’odio originari in tenerezza verso
chi ci ha fatto nascere.
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