C. Gerbino, Il corpo e la sua memoria. Dal mancato riconoscimento alla psicosi  

Edizioni KOINÈ - Centro Interdisciplinare di Psicologia e Scienze dell’Educazione®, ISBN 978-88-87771-39-8  pp. 224 - € 20,00.

Tra i bisogni fondamentali dell’individuo c’è il bisogno di riconoscimento, che nell’infanzia si realizza nel contesto dei legami familiari, nell’età adulta nelle relazioni sociali, nella vita di coppia e nel lavoro. Non ci può essere riconoscimento senza relazione. L’autore spiega gli effetti del mancato riconoscimento nelle varie fasi della vita, che può manifestarsi come mancato riconoscimento di genere, del valore della propria persona, del ruolo sociale, a livello familiare, nella coppia, nel lavoro, con conseguenze dolorose per le persone coinvolte. L’approccio teorico è quello della psicologia del profondo con le sue applicazioni alla psicosomatica.
I riferimenti agli studi di Françoise Dolto, di John Bowlby, di Heinz Kohut, di Walter Toman, di Vincent e Silvana Mazeran sottolineano l’importanza della relazione all’interno della quale è possibile la soddisfazione dei bisogni. Il mancato riconoscimento implica l’assenza di un legame significativo; tale mancanza costituisce un trauma. Nel contesto degli studi di psicosomatica il trauma originario è spiegato come la causa del blocco delle rappresentazioni inconsce che portano l’individuo a esprimersi attraverso i sintomi del corpo. Nei casi più gravi ciò può generare la sensazione di vuoto e di frammentazione, manifestazioni di una struttura psicotica della personalità. Anche il non-avvenuto lascia tracce nell’inconscio, che non trova altro modo per esprimersi se non attraverso il corpo. La psicoterapia porta l’individuo in un percorso a ritroso per ritrovare quelle tracce e decodificarle, per ricostruire la possibilità di nuove rappresentazioni che mettono il soggetto nella condizione di esprimere le proprie emozioni con il linguaggio verbale, e tornare ad essere “soggetto desiderante”.